4chiacchiereinofficina

Sopravvivere ai compiti per casa

Qual è la prima cosa che ti viene in mente se ti dico compiti per casa?

A questa domanda molti genitori hanno risposto: frustrazione, disastro, ansia, disperazione e tanta pazienza.

Se anche tu condividi questi pensieri è tempo di cambiare modo di affrontare il pomeriggio con tuo figlio, ti basteranno 10 semplici regole!

In Officina delle Idee ci piace paragonare i compiti ad un iceberg.

La punta, ovvero quello che emerge e si vede con chiarezza, sono i risultati: di sicuro anche tu guardi se tuo figlio ha fatto tutti i compiti o il voto che ha preso dopo aver studiato per una verifica o un’interrogazione.

Ma la parte sommersa è quella più importante, quella a cui bisogna guardare con attenzione. Ad esempio le abilità richieste a livello attentivo e la capacità di pianificare il proprio tempo e cosa mi serve per eseguire i compiti. Altresì importanti sono gli ostacoli che può incontrare tuo figlio, primo fra tutti le difficoltà oggettive (dislessia, iperattività, ecc) ma anche l’emotività, lo stress o il momento e le situazioni che sta vivendo in classe con compagni e insegnanti.

Per superare questi ostacoli c’è bisogno che lo aiuti ad accorgersi delle sue capacità valorizzando i suoi punti di forza e potenziando le sue abilità.

Ecco le 10 regole che ti aiuteranno a vivere con serenità il momento dei compiti a casa e renderanno tuo figlio più autonomo e in grado di gestire il suo tempo e il suo materiale

1 ATTENZIONE AI MESSAGGI NON VERBALI. Si comunica anche attraverso gesti ed espressioni che possono incidere sull’autostima di tuo figlio e metterlo sotto pressione. Se non riesci a frenarti vai da un’altra parte. Una volta che è riuscito a svolgere un compito, anche se ci ha messo tanto, non rinfacciargli che poteva averlo già fatto prima.

2 IL LUOGO. Scegliete assieme l’ambiente più idoneo dove svolgere i compiti, che sia sempre quello, e che coincida possibilmente con gli spazi dove si conserva il materiale. Un luogo luminoso e non troppo di passaggio o rumoroso. Tutto questo concilierà la concentrazione e l’organizzazione.

3 LA CARTELLA. Non fare la cartella al suo posto, è una responsabilità di tuo figlio. Se non è ancora capace, aiutalo, fagli vedere come si fa e un po’ alla volta permettigli di provare sapendo che nel dubbio può contare su di te.

4 LE PAUSE. La nostra concentrazione ha una durata di circa quindici minuti. Fare delle pause risulta quindi fondamentale non solo per l’attenzione ma anche per la mente ed il corpo. È importante stabilire quante, ogni quando, e cosa fare e non fare in questi momenti. Sarà utile muoversi, bere o mangiare qualcosa. Meno vantaggioso sarà permettergli di guardare la tv o giocare ai videogiochi che richiedono altra concentrazione.

5 LE PRIORITÀ. Non fargli fare a caso i compiti, aiutalo a stabilire delle priorità sulla base dell’impegno richiesto, delle tempistiche e del piacere personale. Questo gli permetterà di sfruttare al meglio le sue energie e le sue capacità.

6 NON FAR NOTARE TUTTI GLI ERRORI. Sappiamo che è difficile vedere nostro figlio che sbaglia e stare zitti, ma è la cosa migliore. Se ad ogni errore che fa lo interrompi rischi di mandarlo in confusione, fargli perdere la concertazione e soprattutto farlo sentire incapace davanti ai tuoi occhi. Piuttosto, quando ha finito, guidalo alla ricerca, in modo che si alleni a scovare da solo gli sbagli e ad autocorreggersi.

7 ORGANIZZAZIONE. Stabilite l’orario dei compiti in base anche agli altri impegni settimanali. È importante che i tempi vengano rispettati in modo che non sprechi tutto il pomeriggio. Fagli notare che in questo modo avrà più tempo libero.

8 NON FARE I COMPITI AL POSTO SUO. È una sua responsabilità, quindi sii disponibile ad aiutarlo in caso di bisogno ma non sostituirti a lui, altrimenti oltre a non raggiungere l’obiettivo primario dei compiti, ovvero acquisire e consolidare nuove conoscenze, imparerà che c’è sempre una scappatoia e chi lo “salva”. Piuttosto, valuta se il carico di lavoro, o il periodo che sta passando sono particolarmente impegnativi e parlane con gli insegnanti.

9 AIUTO EFFICACE. Non renderti sempre disponibile, definisci un momento preciso in cui tuo figlio può chiederti aiuto per i compiti. Questo per non permettergli di aspettare sempre l’ultimo minuto a fare le cose, e per ricordargli che deve avere rispetto anche verso di te che sei disponibile ma che hai giustamente anche altri impegni o il bisogno di riposarti.

10 LE CONSEGUENZE. Ad ogni regola corrisponde una conseguenza, soprattutto se non viene rispettata. Tuttavia non si deve trattare dell’esplosione di rabbia e frustrazione del genitore che tornato alla sera vede che i compiti non sono stati fatti e improvvisa il primo castigo che gli viene in mente. Le conseguenze vanno stabilite in precedenza, in un momento di calma e condivise con tuo figlio, in modo che sia già a conoscenza di cosa lo aspetta se non assolve i suoi compiti. In fine, scontato ma non troppo, le conseguenze vanno rispettate, sempre. Se era stato stabilito, ad esempio, che si andava al parco finiti i compiti, ma di farglieli finire non c’è verso, non si potrà uscire come d’accordo, per correttezza verso tuo figlio e per mantenere tra di voi fiducia e credibilità. Questo non nell’ottica della punizione, ma del patto preso. Invece di uscire sarà utile capire insieme cosa non va con questi compiti e perché è così difficile portarli a termine.

Quindi, fare i compiti per casa non è così semplice, richiede tantissimo impegno. È un momento importante per l’apprendimento che però a volte mette in conflitto genitori e figli.

Se diventa occasione di scontro e sfida piuttosto che di crescita, ti consigliamo di affidarti ad una figura esterna che possa aiutare tuo figlio nell’acquisire consapevolezza e startegie efficaci per diventare autonomo.

Questo non sarà un beneficio solo a livello scolastico ma anche famigliare. Ti permetterà di usare il tuo tempo con lui per dedicarvi ad altro e riscoprire il piacere di stare assieme.

Debora e Valentina – Tutor dell’apprendimento